SCATOLE CINESI

i racconti del maestro

La polvere del mondo

Un giorno un uomo ricco chiese al Maestro di scrivere qualcosa che celebrasse la prosperità della sua famiglia. Qualcosa che potesse lasciare ai propri discendenti, una sorta di tesoro da tramandare di generazione in generazione. Il Maestro si fece portare un grande foglio di carta di riso, sul quale scrisse solo tre versi:

“Muore il padre, muore il figlio, muore il nipote”.

L’uomo ricco, sconcertato e offeso, si arrabbiò molto: “Volevo qualcosa che facesse felice la mia famiglia!”. Il Maestro prese il bastone e si rimise il cappello, preparandosi a lasciare la casa dell’uomo ricco. “Se tuo figlio morirà prima di te, il tuo cuore si colmerà di dolore. Se tuo nipote morirà prima di te, il tuo cuore e quello di tuo figlio si colmeranno di dolore. Se la tua famiglia, di generazione in generazione, morirà nell’ordine che ho scritto, sarà il corso naturale delle cose. Questa per me è la vera prosperità”.

Quel giorno ricevetti una lettera dal Maestro. In poche righe, racchiudeva i suoi ultimi consigli.

“Vivi nel mondo e tuttavia non stringere legami con la polvere del mondo. Quando assisti alla buona azione di un altro, segui il suo esempio. Quando qualcuno sbaglia, non imitarlo. Anche da solo in una stanza buia, comportati come se avessi di fronte un nobile ospite. Esprimi i tuoi sentimenti, ma non diventare troppo espansivo. La povertà è il tuo tesoro: non barattarla mai con una vita agiata. Una persona può sembrare sciocca e tuttavia non esserlo: può darsi che lo faccia solo per proteggere qualcuno che ama. Le virtù sono i frutti dell’autodisciplina, e non cadono dal cielo da sole come la pioggia o la neve. La modestia è il fondamento di tutte le virtù. Lascia che i tuoi vicini ti scoprano prima che tu ti sia rivelato. Un cuore nobile non si mette mai in mostra. Le sue parole sono come gemme preziose, sfoggiale raramente. 

Ci sono tre tipi di discepoli. Quelli di poco valore che utilizzano l’influenza dell’insegnante; i mediocri che ammirano la bontà di un insegnante. E infine i buoni discepoli che diventano forti sotto la disciplina di un insegnante.Critica te stesso, non criticare mai gli altri. Non discutere di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato. Alcune cose, benché giuste, furono considerate sbagliate per intere generazioni. Non pretendere un riconoscimento immediato. Vivi con un fine e lascia i risultati alla grande legge dell’universo. Trascorri ogni giorno in serena contemplazione”.

La lettera mi fu recapitata insieme ad un invito a partecipare alla cerimonia funebre in onore del Maestro, che si sarebbe svolta di lì a due giorni nel villaggio dove ero nato. Non lo vedevo da molto tempo e la notizia mi colse impreparato. La tristezza, però, lasciò spazio ai ricordi. 

Il giorno successivo partii per la Svizzera. Qui la gente mi conosce come Mr. Wang, ma soprattutto come il proprietario del gruppo finanziario internazionale Wang Celeste Impero.

I racconti sono ispirati a 101 storie Zen, NYOGEN SENZAKI e PAUL REPS (a cura di), trad. di ADRIANA MOTTI, ed. Piccola Biblioteca Adelphi, Milano 1973.

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