SCATOLE CINESI

i racconti del maestro

La pipa di bambù

La prima volta che conobbi il Maestro fu quando andai a trovarlo nella sua casa in riva al fiume. Lo vidi seduto sotto un pesco nella posizione del loto, con gli occhi chiusi. Sottili spirali di fumo azzurro salivano dalla pipa di bambù che stringeva tra le labbra. Volevo impressionarlo e mostrare la mia preparazione. Gli dissi: “Tutto ciò che vediamo non esiste. La mente stessa è un’illusione. La vera natura di tutto è il vuoto. Niente si crea, niente si distrugge. Non c’è differenza tra saggi e mediocri. Non c’è nessuno che possa dare qualcosa e non c’è nulla da ricevere”. Il Maestro aspirò una boccata di fumo e non proferì parola. D’un tratto, senza nemmeno riaprire gli occhi, mi colpì in testa con la sua pipa di bambù. Il dolore mi fece perdere la calma: urlai e mi arrabbiai con il Maestro, che, con mia grande sorpresa, continuava a fumare impassibile. Con un filo di voce mi domandò: “Se non esiste nulla, da dove viene la tua collera?”.

Non bisogna mai essere così stolti da credersi saggi. In qualunque momento la vita potrebbe divertirsi a ribaltare le nostre certezze, anche quelle più profonde e radicate. Alla stessa maniera, ho imparato a diffidare degli uomini troppo sicuri di sé. Dalla mia infanzia, sino ad allora, il villaggio aveva rappresentato tutto il mio mondo; al di fuori di esso non conoscevo nulla e nessuno. Quando decisi di partire, mia madre mi diede una lettera e mi disse di andare da un suo cugino che aveva fatto fortuna in una città poco distante. Arrivai a casa sua e il cugino di mia madre mi accolse in cortile a braccia aperte, lodando la mia intraprendenza.Anche lui – mi raccontò – aveva lasciato il villaggio giovanissimo ed era diventato un uomo di successo. Aveva molte persone al suo servizio ed in città era rispettato da tutti. 

Aveva sempre lavorato sodo ed ora aveva chi lo faceva al posto suo. 

“Tra venti anni”, mi disse spalancando le braccia, “anche tu potrai avere tutto questo. Segui il mio esempio. Tutti abbiamo bisogno di una guida: l’uomo saggio sa riconoscere quella giusta”. 

Mi guardai attorno e mi resi conto che il cortile, la casa, gli altri edifici e la stessa città in cui mi trovavo non erano altro che un villaggio, il mio villaggio, solo un po’ più grande. E il cugino di mia madre, anche se profumato e vestito meglio, non mi sembrò diverso dagli uomini che avevo sino ad allora conosciuto. Così decisi di rimettermi in cammino.

I racconti sono ispirati a 101 storie Zen, NYOGEN SENZAKI e PAUL REPS (a cura di), trad. di ADRIANA MOTTI, ed. Piccola Biblioteca Adelphi, Milano 1973.

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